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Vivremo sempre di meno: cosa sta succedendo all’uomo

Vivremo sempre di meno: cosa sta succedendo all’uomo
Photo by Peggychoucair – Pixabay
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Dallo stress cronico alla cattiva alimentazione, sono molti i nemici della longevità: cambiare stile di vita è il primo passo per invertire il trend.

Vivremo sempre di meno: cosa sta succedendo all’uomo
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Non è più il numero di anni a contare, ma la qualità con cui li attraversiamo. La longevità non è una promessa automatica: dipende da come viviamo e da come scegliamo di prenderci cura di corpo e mente.

Healthspan: vivere a lungo, ma soprattutto bene

Per anni ci siamo abituati a pensare che la vita si sarebbe allungata fino a sfiorare i 90 anni, con sempre più centenari tra noi. Ma oggi, a fronte di una popolazione che invecchia, cresce anche un altro fenomeno: quello degli anziani costretti a convivere con malattie croniche e degenerative, spesso non più autonomi e dipendenti da una lista quotidiana di farmaci. Non basta quindi misurare l’età in anni: serve guardare a come si invecchia. Ecco perché nei congressi internazionali, come quello europeo sull’obesità in programma a Malaga, si parla sempre più di healthspan—il periodo della vita vissuto in buona salute. Un obiettivo che impone un cambio di prospettiva: vivere di più non ha senso, se non si riesce a vivere meglio.

Cattive abitudini e malattie

Perché, allora, le stime sulla nostra aspettativa di vita iniziano a peggiorare? La risposta è sotto gli occhi di tutti: la qualità della vita è scesa. Pressione alta, colesterolo, diabete, obesità, sedentarietà, stress cronico, fumo e dieta sbilanciata sono ormai la norma. Le conseguenze sono già visibili: malattie un tempo associate alla terza età, come quelle cardiovascolari e neurodegenerative, oggi compaiono anche nei quarantenni. Secondo il Piano Strategico Nazionale per la Salute Cardiovascolare, questi fattori di rischio sono responsabili del 60% dei decessi per patologie cardiache, con un impatto economico che supera i 42 miliardi di euro l’anno. Il nostro stile di vita sta letteralmente bruciando in anticipo la nostra salute futura.

Ambiente, epigenetica e cervello: i nuovi fronti dell’invecchiamento

Non è solo una questione di dieta e movimento. L’ambiente in cui viviamo ha un ruolo chiave. L’esposizione costante a inquinanti come microplastiche, metalli pesanti, pesticidi e sostanze chimiche sta alterando il nostro patrimonio genetico a livello epigenetico. Come spiega Ennio Tasciotti, direttore dello Human Longevity Program, “le nuove generazioni stanno ereditando una biologia più fragile rispetto a quella dei loro nonni”. A peggiorare il quadro c’è anche il declino della qualità dell’acqua e dell’aria, considerate oggi tra le principali minacce globali alla salute. Il cervello, in tutto questo, è un protagonista spesso trascurato: studi ultradecennali, come quello dell’Università di Harvard, mostrano che relazioni sociali attive e un buon umore hanno effetti protettivi paragonabili all’esercizio fisico. La solitudine, invece, danneggia la salute tanto quanto un pacchetto di sigarette al giorno.

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Photo by IsaacFryxelius – Pixabay

La strategia per vivere meglio

Cosa possiamo fare, concretamente, per allungare la nostra healthspan? Iniziare dalla tavola: eliminare i cibi ultra processati e tornare a cucinare ingredienti freschi, puntando su varietà e stagionalità. Muoversi ogni giorno, anche solo camminare o fare le scale, è il miglior antidoto contro la perdita di autonomia. Ma non basta allenare il corpo: anche il cervello va esercitato, con hobby, letture, relazioni sociali, musica, lingue nuove. “Un corpo in salute senza una mente lucida non può definirsi longevo”, sottolinea Tasciotti. La scienza sta sviluppando soluzioni all’avanguardia, come le nanoparticelle capaci di combattere l’infiammazione e modulare il sistema immunitario, ma la vera rivoluzione parte da noi. Vivere più a lungo è possibile. Ma solo se scegliamo di farlo bene.