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Morbillo: il ritorno della malattia che sembrava sconfitta

Morbillo: il ritorno della malattia che sembrava sconfitta
Photo by National Institute of Allergy and Infectious Diseases – Unsplash
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Sta tornando in maniera preoccupante una malattia infantile come il morbillo. Cosa sapere, come proteggersi con il vaccino.

Morbillo: il ritorno della malattia che sembrava sconfitta
Photo by National Institute of Allergy and Infectious Diseases – Unsplash

Il morbillo rappresenta una delle malattie virali più contagiose, una minaccia concreta soprattutto per i bambini. Nonostante le strategie vaccinali, persiste come una delle principali cause di malattia e morte infantile a livello globale, complice la sua facile trasmissibilità per via aerea attraverso secrezioni nasali, orali e della gola. Tra i sintomi spiccano febbre alta, tosse persistente, congiuntivite e un’eruzione cutanea caratteristica con macchiette rosa.

Le complicanze del morbillo: un rischio concreto

In una percentuale significativa di casi, precisamente il 30%, si manifestano complicazioni che richiedono l’ospedalizzazione. Queste si verificano con maggiore frequenza nei bambini molto piccoli e negli adulti. Le complicazioni più comuni includono diarrea, otite e polmonite, ma si possono rilevare anche affezioni serie come convulsioni, trombocitopenia (con conseguenti sanguinamenti), cheratite (rischio per la vista) ed encefalite. Sebbene rara, la panencefalite sclerosante subacuta (PESS), che provoca danni cerebrali irreversibili, rimane una possibilità nei contesti senza vaccinazione di massa.

L’importanza della vaccinazione

Morbillo: il ritorno della malattia che sembrava sconfitta
Photo by CDC – Unsplash

Non esistono trattamenti risolutivi per il morbillo, salvo il ricorso a terapie sintomatiche. Essenziale è quindi la prevenzione mediante il vaccino, pratica consolidata a livello mondiale con successi comprovati. Per prevenire epidemie, è cruciale vaccinare almeno il 95% della popolazione con due dosi. La copertura vaccinale non adeguata può causare il riaffiorare di focolai anche nei Paesi sviluppati, fenomeno dovuto non tanto a carenze mediche quanto a riserve socio-culturali verso la vaccinazione. Questo rifiuto, infatti, alimenta il ritorno del morbillo persino in nazioni che quasi l’avevano debellato.

Vaccino MPR: un baluardo protettivo

Morbillo: il ritorno della malattia che sembrava sconfitta
Photo by Kristine Wook – Unsplash

Il vaccino contro il morbillo è composto da un virus vivo ma attenuato, capace di stimolare la risposta immunitaria. Solitamente, si usa il vaccino trivalente MPR, che protegge anche contro parotite e rosolia, o la versione tetravalente (MPRV), integrando anche la varicella. Si raccomanda la prima dose entro i 15 mesi di età e la seconda tra i 5 e i 6 anni. L’efficacia della vaccinazione è notevole, con il 95% di protezione dopo la prima dose e quasi totale successivamente. Inoltre, vaccinarsi entro 72 ore dall’esposizione riduce il rischio di contagio.

Un’importante nota aggiuntiva: la vaccinazione, sicura anche per adolescenti e adulti non precedentemente vaccinati, è fortemente sconsigliata in gravidanza. Dopo l’iniezione, occorre attendere almeno un mese prima di intraprendere una gravidanza.

Sicurezza e falsi miti sui vaccini

Il vaccino è generalmente ben tollerato; i fastidi più comuni sono gonfiore e arrossamento nell’area di somministrazione, che si risolvono rapidamente. Febbre e lievi sintomi similari possono comparire a distanza di giorni. In casi rari, soprattutto tra adolescenti e donne adulte, si manifestano dolori articolari risolvibili in breve tempo. Un calo temporaneo delle piastrine (trombocitopenia) è un effetto collaterale più frequente dopo la malattia che non post-vaccinazione. È cruciale sfatare il mito che il vaccino MPR possa causare l’autismo; e numerosi studi scientifici attestano inequivocabilmente l’assenza di tale correlazione.